La narrazione è l’arte di affascinare l’ascoltatore.
Come usare il tempo per mantenere l’ascoltatore attento e interessato?
PERCHÉ È IMPORTANTE?
Gran parte della cultura dei nostri Paesi è stata trasmessa attraverso storie raccontate e tramandate di generazione in generazione. Il Narratore trasmette conoscenza, emozioni ed esperienze.
Per raccontare una storia non possiamo limitarci a esporre il contenuto, ogni storia ha un ritmo speciale, che dobbiamo trasmettere usando il tempo, il linguaggio del corpo, la voce e la conoscenza del pubblico destinatario.
Le storie sono costituite da tre fasi principali: l’introduzione, i colpi di scena e il finale. Nell’introduzione, o premessa, il narratore stabilisce il primo contatto con gli ascoltatori e presenta le caratteristiche dei personaggi, poi con il procedere della narrazione accompagna gli spettatori verso lo sviluppo della storia e quindi verso il punto cruciale. Tuttavia è necessario prima di arrivarvi, che il narratore si soffermi brevemente per aiutare gli ascoltatori a riflettere e suscitare in loro interesse per la continuazione della storia. Anche prima di introdurre il finale dovrebbe fermarsi per creare la giusta attesa e curiosità.
Ogni storia contiene in sé il tempo necessario per trasmettere tutte le informazioni che la costituiscono. Le pause fanno parte di quel tempo, catturano l’attenzione altrettanto delle parole e consentono di riflettere sulla storia. La sospensione crea l’attesa per ciò che verrà, instillando curiosità.
Prima di poter raccontare una storia, è necessario conoscerla molto bene, ma altrettanto importante è essere consapevoli del target di riferimento, poiché il tempo di concentrazione varia in base all’età.
Tempo medio di concentrazione per bambini dai 5 ai 10 anni:
5 ANNI – da 10 a 25 minuti
6ANNI – da 12 a 30 minuti
7 ANNI – da 14 a 35 minuti
8 ANNI – da 16 a 40 minuti
9 ANNI – da 18 a 45 minuti
10 ANNI – da 20 a 50 minuti
COME FARE?
Come gestire correttamente il tempo della narrazione e catturare l’attenzione dell’ascoltatore?
👉 Identificate il pubblico a cui racconterete la storia.
👉 Scegliete una storia in base all’età e al tempo di concentrazione del pubblico.
👉 Identificate i tre momenti principali della storia: l’introduzione, i colpi di scena e finale.
👉 Esercitatevi a raccontare la storia.
👉 Fate una pausa di alcuni secondi tra l’introduzione e il momento culminante e prima di presentare la fine.
👉 Fate brevi pause prima di introdurre un nuovo personaggio o un’azione, creando così una certa atmosfera e un ritmo.
👉 Durante le pause, usate il linguaggio del corpo per creare interesse sulla storia.
COME PREPARARE I BAMBINI?
🕰 Raccontando le storie conosciute
- Chiedete ad un bambino di raccontare la storia che meglio conosce e che gli piace raccontare.
- In giorni differenti il bambino racconterà la stessa storia.
- Ogni giorno, l’adulto, senza che il bambino se ne accorga, controllerà il tempo che il bambino impiega a raccontare la storia.
- Aiutate il bambino a riflettere su come ha raccontato la storia il primo giorno e poi durante i giorni successivi. Se ha usato le stesse parole, la stessa sequenza e se ha impiegato più o meno tempo. Se tutto questo ha contribuito a farlo sentire più o meno sicuro di sé.
- Mostrate al bambino i “tempi” che ha impiegato per la narrazione per aiutarlo a comprendere meglio il tempo di cui necessita per imparare meglio la storia, ma soprattutto perché possa acquisire maggiore fiducia in sé stesso.
Maggiore è la conoscenza della storia più alta sarà la padronanza e minore sarà il tempo necessario per raccontarla.
🕰 Identificare i tre momenti principali della storia
Utilizzate la storia scelta dal bambino e aiutatelo a individuare:
- il momento in cui illustra le caratteristiche dei personaggi e stabilisce un primo contatto con gli ascoltatori;
- il momento in cui gli eventi si svolgono e l’ascoltatore vuole saperne di più;
- il momento del completamento della storia.
Questa operazione di individuazione deve essere effettuata oralmente. Il bambino può anche creare uno schema o uno story board (scheda pratica “La mappa della storia”).
🕰 Praticare le pause
Realizzare un silenzio è infinitamente più difficile di creare un suono. Quando pensiamo alla narrazione la associamo al suono della nostra voce. Tuttavia la narrazione è fatta anche di pause e silenzi. Creare i giusti silenzi è un’attività che può risultare complessa e richiedere del tempo.
Come possiamo prepararci per questo?
- Aiutate il bambino a rimanere in silenzio per 3 secondi, poi 4 secondi e poi 5 secondi.
- Durante il silenzio non succede nulla e tutto funziona ugualmente; riflettete insieme sulla durata dei silenzi.
- Identificate con il bambino i momenti della storia in cui è necessario introdurre una pausa.
- Fatelo esercitare nella narrazione della storia con le pause indicate.
- Riflettete sull’introduzione delle pause.
Non ci sono regole per formare un narratore o per insegnare ad un narratore come gestire il proprio tempo. Un narratore impara a raccontare storie raccontando storie.
I tempi della narrazione vengono concordati tra l’apprendista narratore e l’insegnante, a seconda del tipo di storia, del target di riferimento, della personalità del narratore e del gradimento degli ascoltatori. È un processo che può durare un’ora oppure giorni.
🕰 I narratori in classe?
Introdurre nella scuola dei veri cantastorie può contribuire a diffondere la tradizione orale della vostra regione. Attraverso la narrazione, l’insegnante può raggiungere altri scopi, come motivare la classe a imparare a leggere e a divertirsi leggendo; aiutare i colleghi a sviluppare l’oralità come forma di narrazione pura o accompagnata da l’uso di burattini, (magari creati in classe), con il teatro delle ombre, o attraverso giochi di ruolo.