Ficha prática #

Esercizi di modulazione della voce

PERCHÉ È IMPORTANTE?

La voce e l’intonazione sono fondamentali mentre si racconta una storia. Sebbene queste linee guida siano pensate per gli insegnanti, gli stessi esercizi possono in seguito essere adattati anche per gli studenti.

Per raccontare bene una storia (come abbiamo spiegato nel foglio didattico sul linguaggio del corpo), è importante aiutare il pubblico ad immergersi nella storia. Per stimolare l’immaginazione e creare emozioni, c’è uno strumento importante che può essere utilizzato in modo molto efficace: la voce. Mentre il linguaggio del corpo rivela elementi di meta-comunicazione, la voce è uno dei principali mezzi utilizzati per trasmettere emozioni. (Per questo esiste una professione specializzata dedicata al doppiaggio dei film). Comunicare emozioni attraverso la sola voce può essere efficace al punto che attraverso la registrazione e l’analisi delle voci si può capire se il nostro interlocutore ci sta mentendo, infatti, è molto difficile mascherare completamente l’emozione quando si parla. Il tono che una persona usa mentre dice qualcosa può cambiare completamente il significato.

Una persona usando solamente la voce può pronunciare la stessa frase comunicando differenti stati d’animo: seria, giocosa, sarcastica, triste, felice, ecc.

Il primo passo per adottare il tono giusto capace di comunicare emozioni durante il racconto, è quello di conoscere a fondo la storia e i personaggi e fare proprie le loro sensazioni, essere inoltre consapevoli dei propri spunti emotivi e magari esercitarsi per poterli trasmettere nel miglior modo possibile. Per questo è così importante essere consapevoli del tono di voce che si sta usando e del modo in cui modulate la voce per trasmettere emozioni e sfumature al racconto. Per raggiungere questo obiettivo, ci sono diversi modi.

COME FARLO

1. CONSAPEVOLEZZA

Durante il racconto di una storia, prima di tutto, è necessario essere consapevoli di quale siano i propri punti di forza e debolezza, poiché ascoltarsi mentre si racconta è molto diverso da ciò che ascoltano e vedono gli spettatori. Il loro punto di vista è molto diverso. Un approccio ideale potrebbe essere quello raccogliere le impressioni, da un amico o un collega a cui avrete raccontato la storia prescelta. Oppure, potreste registrare una vostra sessione di narrazione, comprese le reazioni del pubblico, per potervi poi riguardare e ascoltare, così da poter analizzare il vostro modo di parlare, e prendere nota di eventuali cattive abitudini: ridondanza nelle frasi o problemi del discorso, forza della voce, articolazione, espressioni facciali, ritmo e velocità, silenzi, respiri e modulazione della voce. Tutti questi elementi sono importanti durante la sessione di narrazione e ci possono aiutare a capire, per esempio, se tendiamo a parlare troppo velocemente o troppo lentamente.

Quando parliamo in modo naturale ovviamente non siamo consapevoli di come lo facciamo, tuttavia è importante che nel momento della narrazione tutto sia sotto controllo: la reazione del pubblico, se era o meno coinvolto nella storia, e quanto il cambiamento nella voce, del linguaggio del corpo o dell’atteggiamento, abbiano influito sul coinvolgimento.

Sarebbe inoltre interessante poter confrontare il modo in cui si è raccontata la storia con quello di altri narratori. L’ideale è ascoltarli mentre raccontano storie diverse dalla vostra per non correre il rischio di venirne troppo influenzati. Il modo in cui raccontate la storia deve restare una vostra interpretazione.

Prendete nota su tutti quegli aspetti su cui pensate di poter lavorare o provare.

2. LA PRATICA RENDE PERFETTI

Nella propria casa o nello studio/ecc., fate pratica davanti a qualcuno oppure registratevi per potervi rivedere e prendete nota di ciò che vi sembra interessante.

Esercizio 1

Prendete una frase che usate spesso nei vostri racconti.

Per esempio: “C’era una volta un bellissimo principe, una bella fanciulla e un nano imbronciato”.

Ripetete questa frase usando intonazioni diverse e sottolineando parti diverse della frase. Osservate come il significato sottinteso da queste intonazioni cambia il modo in cui la persona che ascolta la storia percepisce i protagonisti.

Esempio: (tono felice) “C’era una volta un bellissimo principe, (tono malinconico) una bella fanciulla, (tono minaccioso) e un nano imbronciato”.

Questa è una rappresentazione classica, l’intonazione gioiosa iniziale fa subito pensare che sarà una favola, con il principe come eroe, il tono malinconico ci fa intuire che la fanciulla rappresenta la missione, mentre il tono minaccioso indica il nano come l’antagonista. Se ripetiamo la frase cambiando l’ordine delle intonazioni: (tono minaccioso) “C’era una volta… un bellissimo principe, (tono malinconico) una bella fanciulla, (tono giocoso) e un nano imbronciato”, entriamo in un mondo dove capiamo che è già accaduto qualcosa di brutto. Il tono con cui pronunciamo la frase ci fa capire a sorpresa, che l’antagonista sarà un principe che governa in modo iniquo, con una fanciulla da salvare e il nano come eroe riluttante.

Cambiando ancora le intonazioni per esempio:

(tono giocoso) “C’era una volta, (tono malinconico) un bellissimo principe, (tono epico) una bella fanciulla, (tono ridente) e un nano imbronciato”.

Penseremo che stiamo per ascoltare una fiaba in cui c’è un principe bellissimo da salvare che è dunque la missione, una bella fanciulla come eroina coraggiosa, ed un nano imbronciato nel ruolo del suo aiutante al quanto restio.
Questo esercizio è stato ideato per sottolineare come il tono possa essere essenziale nella percezione che i bambini possono avere dei vari eventi che si susseguono nel racconto e può essere sfruttato per dare suggerimenti, maggior significato, addirittura per ingannare, o per giocare con i generi mentre si racconta una storia.

Esercizio 2

Prendete un dialogo di uno dei racconti che preferite e raccontatelo facendo diverse voci per i vari protagonisti. Giocate sulle intonazioni e sulle caratteristiche della voce: acuto, ruvido, lento o veloce, baritonale basso, balbuziente, biascicata, ecc. … e osservate quale immagine mentale crea nella mente del destinatario. Giocate con le voci, sperimentate, in alcuni contesti possono creare anche un effetto umoristico, ad esempio un grosso troll con una voce acuta. L’inatteso spesso porta alla comicità.

Esercizio 3

Questo è un esercizio particolare, immaginate di dividere la stanza in cui vi trovate in tre zone ciascuna corrispondente ad una differente emozione: tristezza, felicità e rabbia. Scegliete il vostro racconto preferito che conoscete meglio. Cominciate il racconto camminando, ogni volta che entrerete nella zona corrispondente dovrete cambiare intonazione, modulando la voce per esprimere l’emozione corrispondente. Osservate come tende a cambiare la percezione della storia.

Fate lo stesso esercizio, con una storia inventata lasciandovi ispirare dalle differenti zone e vedrete come queste porteranno la storia a un finale specifico seguendo una dinamica davvero speciale. Qualora voleste un riscontro chiedete ad un amico di assistere.