Scheda tematica

Animali

La mia anima è dipinta come le ali delle farfalle…
Le favole di ieri cresceranno ma non moriranno mai…
Io posso volare…amici miei…

Freddie Mercury

Una nuova prospettiva

Oggi è in atto una rivoluzione, incentrata sulla causa animale. Gli studi scientifici ci incoraggiano a pensare agli animali in modo differente. Dopo averli considerati come macchine o come esseri inferiori, gli scienziati gli hanno attribuito intelligenza e cultura. Nelle società europee e in ogni altro luogo, le mentalità e i comportamenti nei confronti degli animali stanno cambiando. Ora gli animali ci sembrano sensibili, inventivi, espressivi, appaiono sotto una nuova luce, eppure… è una sorta di ritorno alle nostre radici.

In italia, un cambiamento radicale è stato segnato dalla legge quadro in materia di tutela degli animali d’affezione e lotta al randagismo del 14 agosto 1991, n. 281 che ha sancito un principio fondamentale: “Lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali d’affezione, condanna gli atti di crudeltà contro gli stessi, i maltrattamenti e il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente”. L’Italia è stato il primo Paese al mondo ad affermare tale principio riconoscendo ai cani e gatti randagi il diritto alla vita e alla tutela. 

Nei giorni in cui gli animali parlavano…

Questa vicinanza tra essere umano, animali e natura si ritrova nei miti, nelle favole e nei racconti di tutto il mondo, che ci dicono che c’è stato un tempo molto antico in cui il confine tra uomo e animale non esisteva, in cui l’uomo e gli animali parlavano la stessa lingua.

  • Questa idea si trova nelle citazione introduttive delle storie [leggi la scheda tematica delle Piccole forme]. Per esempio:
  • Era quando gli uccelli avevano i denti, gli animali parlavano, gli alberi cantavano e le pietre camminavano. (Catalogna)
    Era quando gli animali parlavano, il merlo era un commerciante di carbone, il cavallo un fornaio, il cane un falegname. (Turchia)

    Si tende infatti a dire che quanto più gli animali parlano nei racconti, tanto più si tratta di versioni antiche, appartenenti al mondo del meraviglioso, che non sono ancora state colpite dal fenomeno della razionalizzazione che ha accompagnato l’evoluzione delle società umane.

  • Gli animali si trovano in tutta la tradizione orale, non solo nei cosiddetti “racconti di animali” e nelle favole, ma anche nei racconti cumulativi [scheda tematica], nei racconti eziologici [scheda tematica], e nelle fiabe [scheda tematica].

Gli animali, un aiuto prezioso per gli esseri umani

Nelle favole, l’animale è una figura di coscienza, un legame tra un mondo e l’altro (cane, gallo, colomba…). L’animale svolge anche il ruolo di commentatore dell’azione. Gli uccelli sono molto spesso dotati del potere della profezia, per chi sa ascoltarli, possono predire il futuro, conoscono più di noi l’avventura umana. Spesso l’animale ha anche il ruolo di aiutante magico (ausiliario per Vladimir Propp). Gli animali sono donatori ricorrenti (termine usato anche da Vladimir Propp, [foglio tematico]) nelle favole. Sono riconoscenti e sono di aiuto. Per esempio, un eroe incontra un cerbiatto impigliato nei rovi, lo libera e la cerva che arriva dice: “Ti sarò sempre grato”. Se hai bisogno di qualcosa, chiamami, verrò ad aiutarti”. [Leggi il racconto]

Alcuni racconti, noti come “racconti di animali”, sono caratterizzati da un senso di rivalità, e il più delle volte presentano due animali che si incontrano e si confrontano. A volte gli esseri umani possono avere un ruolo. Le caratteristiche portate dagli animali sono umane. Una peculiarità delle storie di animali è il discorso diretto, spesso dialogico.

Numerose, varie, spesso vivaci e divertenti, queste storie sono una grande fonte di ispirazione e spesso di facile approccio per il narratore principiante. A caratterizzarli è l’astuzia, con la figura della volpe (Kuma Lisa [leggi il racconto]) o della lepre in Europa, ma anche, a seconda della regione, il ragno, la tartaruga ([leggi il racconto] “Il nome dell’albero”), la gazzella…

Fiabe, dall’India all’Europa

Le storie di animali sono storie di “intelligenza pratica”, proprio come le fiabe. Sotto l’animalità, c’è un travestimento da cui nessuno si fa ingannare e che permette di trasmettere meglio la propria efficacia simbolica, dove si cela un insegnamento, un trucco per permettere al più piccolo, al più debole, di sconfiggere il più forte.

Diffuse in Europa, alcune fiabe sono arrivate dall’India, a volte attraverso il Medio Oriente. Molte di esse furono trascritte molto presto. Già nel VI secolo a.C., il greco Esopo si rifà ad esse, seguito dalla tragedia romana Fedra di Seneca nel I secolo D.C. È da questa comune raccolta che La Fontaine e i suoi seguaci hanno elaborato i loro materiali per uso educativo e politico. Così, senza saperlo, alcuni bambini raccontano inconsapevolmente in classe favole indiane molto antiche, come La tartaruga e le anatre [leggi la favola], che si trova sia nel Pañcatantra indiano (VI secolo) che in La Fontaine (XVII secolo).

Insieme alle versioni scritte, queste storie sono state trasmesse anche oralmente per secoli.

Le fiabe hanno una morale più o meno esplicitamente formulata, che è o chiaramente dichiarata all’inizio e in questo caso la narrazione la illustra, o tracciata alla fine come una lezione esplicita.

L’infanzia dell’umanità

I racconti ci arrivano dall’infanzia dell’umanità. Abolendo tutte le frontiere, parlano all’intelligenza del bambino. Naturalmente sensibile ad un mondo animista, il bambino si appropria più facilmente di una storia con gli animali che con gli esseri umani.