Scheda tematica

Paura

“L’uomo porta dentro di sé le sue paure bambine per tutta la vita. Arrivare a non avere più paura, questa è la meta ultima dell’uomo”

Italo Calvino

“Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno”

Martin Luther King

Dall’alba dei tempi, l’umanità ha inventato storie per superare le sue paure e spiegare il mondo. Possiamo immaginare che, non appena gli esseri umani sono stati in grado di parlare, si sono raccontati delle storie. Perché queste storie li hanno aiutati a superare le loro paure, a creare un legame, a riflettere, a trasmettere…

I racconti che ispirano paura sono tra le storie più antiche. Streghe, draghi, orchi, spauracchi, lupi feroci… La paura è un’emozione inerente all’essere umano che da sempre si confronta con un mondo accogliente e minaccioso allo stesso tempo.

LE PAURE DELL’INFANZIA

Che tipo di storie si dovrebbero raccontare ai bambini più piccoli per calmare le loro ansie? In che modo le storie aiutano i bambini a crescere e a svilupparsi? Perché amano così tanto le storie di paura?

Ogni bambino ha le proprie paure legate al suo vissuto, alla sua esperienza. Tuttavia ci sono paure che possono essere considerate tipiche dell’età evolutiva come la paura della morte, dell’abbandono, della separazione, del buio, del medico e perfino dei fantasmi. La realtà odierna mette i bambini di fronte a paure difficili da spiegare come la guerra o le malattie. La paura ha una funzione auto protettiva e appartiene alle emozioni primarie. Grazie alla paura i bambini possono attivare le reazioni necessarie a difenderlo da potenziali pericoli, li esorta a restare all’erta. La paura è l’altra faccia del coraggio, qualcosa che dobbiamo affrontare per poterla superare e vincere. Le fiabe possono essere un mezzo estremamente efficace per farlo.

Una delle più grandi paure dei bambini è quella dell’abbandono… In Europa, abbiamo la Convenzione sui diritti dell’infanzia, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989.

LE PAURE NELLE STORIE… STORIE DI PAURA

La paura caratterizza molte fiabe, “La bambina e l’Orchessa”, “Il lupo e la bambina golosa”, “Barba d’Argento” (leggete le fiabe), solo per citarne alcune, situazioni ed episodi di vero terrore sono inanellati l’uno con l’altro.

Illustrations by Grimm Twins

Le Fiabe, tuttavia possiedono piani di lettura diversi e più profondi che rivelano aspetti psicologici insiti in ciascuno di noi, vere e proprie paure ataviche, come la paura di essere mangiati o di ritrovarsi da soli in un luogo ostile e sconosciuto. Bruno Bettelheim, nel “Il mondo incantato” pone l’accento su una delle fiabe più iconiche dei fratelli Grimm: Hansel e Gretel, in cui sono sviluppati numerosi temi come: la famiglia, la paura dell’abbandono, la paura verso creature malvagie. I due bambini sono lasciati soli nel bosco che diviene un luogo atemporale e archetipico nel quale i bambini affronteranno pericoli e conquisteranno l’autonomia. Un viaggio catartico dentro sé stessi attraverso il buio, il male e infine la luce riconquistata con le proprie forze. La parte oscura delle fiabe ha da sempre affascinato e al contempo respinto proprio per quella capacità di rendere plausibile ciò che è irreale e fondere insieme tensione e emozione. Le fiabe raccontano la verità che i bambini, soprattutto loro, sono in grado di leggere e decifrare nel profondo.

CREATURE MALVAGIE

Nelle fiabe la paura è personificata da creature malvage, da luoghi e ambienti spaventosi, boschi intricati popolati di orchi, streghe e lupi famelici, elementi che, per quanto spaventosi, hanno un aspetto seducente e attraente poiché tutti questi elementi rappresentano anche qualcosa di potente. La paura che aleggia nelle fiabe non è mai un’emozione semplificata ma spesso è accompagnata dal desiderio, dalla curiosità che spinge i protagonisti a superare le proprie paure.

Nella sua introduzione alla raccolta “FIABE ITALIANE”, Italo Calvino aveva definito le fiabe “vere” poiché mostrano aspetti e situazioni assolutamente concrete e reali mescolate al meraviglioso e straordinario, che non toglie veridicità al racconto ma al contrario lo rafforza poiché insegna che quell’aspetto magico è insito in noi è la nostra forza di volontà, la capacità di reagire alle avversità. Conoscere la paura consente di affrontarla e superarla, entrandoci in contatto intimamente per poterla controllare. La fiaba ha dunque questo potere perché offre una possibilità mediata che consente al bambino di affrontarla con i propri tempi e interrompere il racconto spaventoso quando e se necessario.

LA PAURA COME TERAPIA

Il mondo moderno tende a volte a rimuovere gli elementi più spaventosi delle storie negli adattamenti per il grande pubblico. Lo storytelling è un modo per imparare la paura senza essere in pericolo. Secondo gli psicologi, avere paura nelle storie aiuta i bambini a prepararsi alle difficoltà della vita.

Illustrations by Grimm Twins

Quindi la paura è puramente negativa? Certo che no! Al contrario, è formativa, e persino, diciamolo, necessaria, persino essenziale. Diamo uno sguardo ai bambini: una delle grandi gioie dell’infanzia è quella di spaventare la gente… o di essere spaventati. Gli spauracchi (o i loro moderni successori) li spaventano? Sì, ma sono anche i loro amici, perché senza di loro la paura, che può essere espressa, spiegata e compresa, non potrebbe sostituire l’angoscia silenziosa e devastante. Giocare con le nostre paure e trarne piacere ci permette di superarle.

Jonathan Gotschall nel suo libro “L’istinto di narrare” sostiene che l’attitudine alla narrazione abbia determinato il successo e la sopravvivenza della specie umana, il racconto orale come strumento utile all’apprendimento e alla memoria, per vincere ed esorcizzare le paure di ieri e di oggi.

PAURE DA ESORCIZZARE

Le fiabe hanno da sempre il potere di esorcizzare, sono racconti “magici” che mostrano agli uomini e ai bambini come affrontare e vincere le proprie paure. Esistono fiabe in cui la tematica della paura è predominante come in “Il ragazzo che non aveva paura” che sfida e vince una casa stregata. Altre in cui la paura è più complicata e personale, poiché non è data dal buio o da un lupo che ci vuole mangiare ma da un sentimento più profondo come quello di non essere amati. Ogni racconto possiede un elemento capace di risvegliare le nostre paure: una matrigna cattiva, la povertà, la guerra, una fata avversa. Al contempo però ci mostrano anche come il protagonista ha in sé gli strumenti e la forza necessari a superare ogni ostacolo, fuori e dentro di noi.

Il racconto ci dice: senza la paura, cosa sappiamo veramente della vita?

  • Da scoprire nella nostra biblioteca: “La bambina e l’Orchessa”, “Candida e I Briganti”, “Il lupo e la bambina golosa”, “In silenzio”, “Barba d’argento” “Senza Paura”, ” Il ragazzo che non aveva paura”

Lasciati travolgere dal delizioso piacere di avere la pelle d’oca!

ATTIVITÀ

1. Inventare un thriller con i bambini

– Basandosi sui modelli di storie di paura “a catena” Il ragazzo che non aveva paura” per bambini, inventate una storia.

• Cominciate la storia ambientandola in un vasto territorio: il mare, la terra, il cielo, la città, la montagna, la foresta… in maniera che sarà più facile trovare i vari elementi con cui creare la “catena” di eventi che si faranno via sempre più piccoli.

È il modo ideale per creare attesa e suspanse e far “tremare” il piccolo, mentre si continua a raccontare il resto della storia: una storia come una scatola cinese, ogni scena contiene qualcosa che contiene qualcosa… Indovinate che cosa!

E dando piccole anticipazioni, facendo intravedere qualcosa di “strano” che si crea il brivido. Questo tipo di storia può essere raccontata a partire dalla scuola materna, improvvisando e creando il racconto insieme ai bambini, oppure coinvolgendoli nella narrazione.

La nostra fiaba “Il ragazzo che non aveva paura” è perfetta: il momento in cui il gigante fa cadere il proprio corpo giù per il camino. Potrete coinvolgere i bambini nella parte di Giovannino che ogni volta alla domanda del gigante ripsonde incurante “BUTTA!”.

2. Raccontare filastrocche

I bambini amano essere spaventati. Ne hanno persino bisogno come misura del proprio benessere, e per il piacere di rabbrividire.
“Mamma, guarda sotto il mio letto
Se per caso c’è un topo!
Papà, vai a guardare nel mio armadio
Se per caso c’è un drago nero!
Mamma, alza la tenda rosa,
Ho visto qualcosa muoversi!
Papà, apri un po’ il mio cassetto, tanto per vedere,
Io ho paura, la sera.”

Corinne Albaut

3. Storie di paura con il sorriso

Durante un lungo viaggio un uomo che aveva perso la strada, trovò riparo in un lugubre castello. Era così stanco che non aveva il tempo di preoccuparsi delle porte che cigolavano, le scale che scricchiolavano e quel rumore di catena strascicato.

Così l’uomo si gettò sul primo letto che trovò e subito si addormentò.

All’improvviso sentì la porta aprirsi… chi è? chiese. Sono il fantasma! rispose una voce.

Il fantasma chi? Domandò l’uomo. Il fantaaaaasma Formaggino! Rispose con voce cavernosa.

Se non te ne vai ti spalmo sul panino! disse l’uomo rimettendosi a dormire.

(Storiella popolare in Italia)