Scheda tematica

Leggende

Gli anni passano, i venti soffiano, i tuoni vibrano, la pioggia cade, le terre cadono,
le persone muoiono, i nomi e i personaggi si trasformano – ma le leggende rimangono”.

Marques, G. Legends of Portugal. Lisbon: Circle of Readers (1997)

L’IMPORTANZA DI MANTENERE VIVE LE LEGGENDE

Le leggende fanno parte del nostro patrimonio storico e culturale. Questa eredità è stata tramandata di generazione in generazione attraverso la tradizione orale. Tuttavia, la circolazione delle persone che si spostano in cerca di lavoro e il fatto che molti bambini crescano lontano dalle loro famiglie e dalle loro radici ha fatto sì che molte di queste storie non siano state tramandate in questo modo. Da qui nasce la necessità che la scuola e il programma scolastico si occupino di questo aspetto e lavorino sulle leggende, non solo come testi di letteratura orale, ma anche come patrimonio da riscoprire per conoscere la storia del proprio territorio.

Oggigiorno non si può visitare un luogo turistico, un villaggio o una casa senza ascoltarne le leggende ad essi collegate. È con piacere che tutti noi ci interessiamo alle storie che ci narrano le particolarità del luogo che visitiamo, come quella del gigante che sembra sia stato responsabile della formazione vulcanica sulla Giant’s Causeway in Irlanda del Nord.

Ancora oggi credenze e leggende sono ancora molto vive. Alcuni lanciano monete o oggetti vari in una sorgente situata in un pozzo; altri appendono sui rami degli alberi gli abiti dei bambini che vogliono vedere guarire. Per non parlare di ciò che accade in Islanda, dove i cantieri stradali cominciano solamente se il Piccolo Popolo (elfi, fate e altri folletti) che dovrebbero vivere in questi luoghi, è d’accordo.

LEGGENDE, COSA LE DISTINGUE DAGLI ALTRI GENERI POPOLARI?

A differenza del mito, che è conosciuto universalmente, la leggenda è localizzata nello spazio e nel tempo, è legata ad un determinato territorio e riguarda luoghi specifici. Questo radicamento locale dà alle leggende una grande stabilità a differenza del racconto che invece, viaggia e si trasforma molto. A volte la leggenda si riferisce ad un fatto storico, ma non è sempre obbligatorio. Gli eroi della leggenda sono umani, a differenza del racconto che si presenta come finzione, la leggenda si mostra come vera, nonostante a volte, sia intrisa di eventi soprannaturali, come certe storie di fantasmi che, si suppone infestino tanti castelli scozzesi! A differenza dei racconti, le leggende incidono sui nostri comportamenti inducendoci a credere ad esempio che toccare una certa pietra porti sfortuna, oppure può essere oggetto di rituali (per esempio, quando si suppone che i santi, Gesù Cristo o la Vergine Maria intervengano nella vita delle persone): mentre secondo alcune leggende pagane, i korrigan, i folletti, gli gnomi ecc. si presume che intervengano nella vita di tutti i giorni.

Le leggende, inoltre, ci consentono di viaggiare a ritroso nel tempo, frasi come: “Dice la leggenda…”, “Questa è la storia di… (nome del personaggio…)”, “Molti anni fa, in (nome della città)”… Gli ascoltatori possono proiettarsi all’indietro, (ri)vivendo la storia nel luogo in cui si è svolta “realmente”. In qualche modo, comunicare con il passato.

Dal XIX secolo la parola leggenda ha assunto una sfumatura fittizia: “storia incredibile”, tuttavia la leggenda continua a essere un punto di riferimento nel territorio. Senza GPS, mappe o libri di storia, si può costruire, grazie alle leggende di un determinato territorio, una geografia mentale e punti di riferimento storici condivisi.

LEGGENDE, COME SFRUTTARLE?

  • Fate raccontare al bambino e poi scrivere le leggende raccolte dalla famiglia, nel paese, nel quartiere…
  • Per dare ai bambini l’opportunità di legarsi ad un territorio, conduceteli in giro per la scuola oppure in un luogo legato ad una leggenda. Raccontategliela e chiedetegli di cercare gli eventi reali che sono alla base della leggenda stessa.
  • Mostrate la persistenza e la somiglianza di alcune storie, rendendo così il bambino consapevole del passare del tempo. Ieri/oggi, leggende tradizionali/contemporanee o leggende metropolitane…
  • Collegamenti con la geografia. Ad esempio, leggende di vulcani, fiumi… che possono spiegare la topografia locale o certi fenomeni regionali. Chiedete: Perché i luoghi hanno “quel” nome? Quale storia si racconta a proposito di questo posto?
  • Collegamenti con la storia o l’archeologia. Per esempio, se una volta è stato trovato un teschio o un osso di dinosauro, potrebbe nascere una leggenda secondo la quale si trattava della testa di un drago o dell’osso di un gigante…
  • Collegamenti con la biologia. Ad esempio, se nella storia si parla di piante o animali, chiedete al bambino di ricercare le caratteristiche di questa specie e cercare di capire perché appare nella storia.
  • Esplorate le emozioni che le leggende trasmettono fornendo momenti di educazione emotiva, discutendo temi difficili per i bambini come la morte e la paura presente nelle leggende.
  • Si potrebbe inventare una leggenda da un evento reale.

Ad esempio:

“Si racconta (ma voi siete liberi di raccontare questo aneddoto arricchendolo o accorciandolo, e giurando che è successo all’amico dell’amico dell’amico dell’amico, tutti amici molto affidabili) che un utente, una sera di luna piena, notò che il suo Vélib (bicicletta a noleggio), era riluttante a svolgere la sua funzione, rifiutandosi di andare avanti o andando invece nella direzione sbagliata. Quest’uomo incuriosito esaminò la sua bici e vide un pentagramma e segni diabolici incisi sotto la sella. 

Riportando questo aneddoto agli amici, è venuto a sapere che un uomo ha avuto la gamba schiacciata in una notte di luna piena mentre andava in bicicletta, un altro ha sentito delle voci che lo minacciavano di subire i peggiori abusi se avesse continuato a usare l’innocua bicicletta. Infine, qualcuno giura di aver appreso, da una fonte assolutamente attendibile, che si tratta di una cospirazione ordita dai tassisti, furiosi per aver perso alcuni clienti a causa di quella dannata bicicletta.” Luigi Rignanèse