Scheda tematica

Famiglia

La famiglia. Eravamo uno strano piccolo gruppo di personaggi che si facevano strada nella vita condividendo malattie e dentifrici, bramando gli uni i dolci degli altri, nascondendo gli shampoo e i bagnoschiuma, prestandoci denaro, mandandoci a vicenda fuori delle nostre camere, infliggendoci dolore e baci nello stesso istante, amando, ridendo, difendendoci e cercando di capire il filo comune che ci legava.

(Erma Bombeck)

Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro. Ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.

(Lev Tolstoj)

La famiglia è onnipresente nei racconti, può essere definita come un punto nevralgico per la trasmissione orale che si tramanda di generazione in generazione. I racconti meravigliosi iniziano sempre partendo da una situazione familiare più meno complicata e finiscono classicamente con un matrimonio e una nuova famiglia. Attraverso il superamento di tutte le prove, l’eroe o l’eroina passa dalla famiglia imposta alla famiglia scelta. Dai legami di sangue ai legami d’elezione.

LA FORZA MOTRICE DELL’AZIONE

La dinamica dei racconti meravigliosi è innescata da un evento o un atteggiamento di disturbo all’interno dell’ordine familiare, relazioni conflittuali tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle.

I genitori sono spesso l’incipit, l’elemento scatenante dell’avvio dei racconti: è attraverso il loro desiderio, la loro volontà di avere figli che inizia la storia. Questo desiderio è talvolta ostacolato da una maledizione o da una richiesta particolare, che colpisce la vita del nascituro.

Nella fiaba di “Pelle d’Asino” (o per quanto riguarda la nostra biblioteca possiamo citare il “Il vestito di legno”), tutto inizia con la felicità dei genitori, che porta alla nascita dell’eroina: “con tante virtù, è nata una ragazza”. In Cenerentola, invece, la protagonista deve convivere con una matrigna gelosa, sorellastre crudeli e un padre assente.

Tuttavia alla fine, i protagonisti riescono ad affermare la propria libertà attraverso il matrimonio, e il raggiungimento la felicità con la creazione di una nuova famiglia. Cenerentola si libera dalla servitù, Pelle D’asino così come la protagonista del racconto “Il vestito di legno” si liberano dalla morbosità del padre. La libertà e la felicità sono acquisite in reazione ai vincoli familiari originari.

Illustrations by Grimm Twins

Il racconto, con la sua natura fuori luogo e fuori dal tempo, fornisce ai bambini degli strumenti simbolici che permettono loro di staccarsi dalle loro esperienze pregresse e di accompagnarli nella ricerca del proprio cammino. La famiglia è un rifugio, dove ci si sente sicuri, protetti e amati ma è anche il luogo da cui ci si deve allontanare per costruire se stessi. La famiglia ricopre un ruolo ambivalente: sia protettivo che distruttivo. Con il suo lieto fine, il racconto meraviglioso è un racconto di speranza.

IMPARARE AD ESSERE UN ADULTO

I romantici tedeschi furono tra i più importanti scopritori e creatori di storie, dando vita ad un rinnovato interesse verso le fiabe, e rivoluzionando la forma del romanzo con i romanzi di formazione (definiti con la parola Bildungsroman, dove Bildung può significare sia “formazione” che “cultura”). Questi raccontano lo sviluppo del carattere e della personalità del personaggio protagonista attraverso una serie di vicende più o meno intime. Allo stesso modo accade ai personaggi delle fiabe che si emancipano e vanno verso l’età adulta nel corso delle loro avventure. Forse per questo qualcuno di loro scrisse che tutte le storie, e tutti i romanzi, iniziano fondamentalmente con “C’era una volta”.

SENZA FAMIGLIA

Nella letteratura del diciannovesimo secolo, sono molteplici le storie di bambini senza famiglia. Oliver Twist di Charles Dickens, Grandi Speranze o David Copperfield e Peter Pan di James Matthew Barrie. In queste storie, l’assenza dei genitori permette ai bambini di andare all’avventura, come succede in numerose fiabe, basti pensare a Pollicino, Hansel e Gretel, dove, bambini anche molto piccoli, affrontano i problemi della vita da soli, quasi la presenza della famiglia e dei genitori potesse rappresentare un ostacolo non tanto alla narrazione quanto alle avventure che i bambini potevano vivere.

UNA SCUOLA DI VITA

In questi racconti i bambini protagonisti sono chiamati a superare varie e molteplici le difficoltà, prima di poter giungere all’inevitabile lieto fine. Durante il percorso, quasi sempre difficile, i protagonisti a volte scoprono che il pericolo si cela dietro persone e luoghi che solo apparentemente possono essere considerati sicuri e protettivi.

L’eroe deve allontanarsi per sfuggire alle ire genitoriali o alle invidie di fratelli e sorelle. In altre storie invece sono proprio gli affetti più cari a giungere in soccorso, e a salvare il protagonista dalla morte (leggete la fiaba “Barba D’Argento”).

MAMMA!

Le storie ci parlano spesso della relazione madre-figlia, piena di sentimenti contraddittori e desideri ambivalenti, questo rapporto è decisamente lontano dall’essere paragonato ad un lungo fiume tranquillo. Nelle fiabe tradizionalmente la madre ha un ruolo secondario, aiuta oppure tormenta la figlia, che invece ricopre sempre il ruolo di eroina.

La madre spesso muore all’inizio del racconto per lasciare posto ad un’altra donna diametralmente opposta. Quanto la prima è angelica e buona quanto la seconda è cattiva e meschina. In molte fiabe (“Biancaneve”, “Hansel e Gretel”), in origine era la madre ad avere atteggiamenti ostili, ma le rimostranze che i Grimm ottennero li convinsero a modificare le successive pubblicazioni, sostituendo la madre con una matrigna. La madre infatti nella morale comune è dispensatrice di amore e sempre pronta a sacrificarsi, per tanto doveva essere sostituita con una figura che potesse andare oltre i tabù e incarnare tutti i sentimenti di ostilità e crudeltà. Queste emozioni erano state comunque raccolte e raccontate prima da Perrault e poi dagli stessi fratelli Grimm che forse proprio descrivendo la povertà del periodo in cui vivevano, nella prima versione di “Hansel e Gretel”, avevano scritto dei due genitori che a causa della loro miseria si erano decisi a lasciare nel bosco i due figli, che comunque non criticano né recriminano ma anzi appena divenuti ricchi grazie alla morte della strega, fanno ritorno a casa per condividere con i genitori le ricchezze conquistate.

L’abbandono da parte della famiglia è un tema ricorrente nelle fiabe, spesso è volontario come per o Hansel e Gretel, altre volte invece sembra dovuto al caso o alla sfortuna (leggete la fiaba “Balbina e la malasorte”).

Oppure alla morte di uno o entrambi i genitori che sono dunque costretti ad abbandonare il proprio figlio nelle mani di personaggi crudeli e immeritevoli che faranno di tutto per danneggiare questo figliastro/ figliastra (leggete le fiabe “Un vitellino come fratello”, “Candida e i Briganti”).

Nelle storie, la povertà è una delle cause che non soltanto da il via alle avventure del protagonista che riesce sempre a ribaltare questa condizione iniziale ma spesso, è alla base delle scelte infelici dei genitori, come nella fiaba di Hansel e Gretel o di Pollicino.

(In Italia, purtroppo ancora oggi 260.000 bambini vivono in povertà assoluta, non solo economica, ma anche culturale ed educativa.)

FRATELLI

Il racconto più antico che conosciamo è un racconto sulla fratellanza intitolato “I due fratelli”, è stato rinvenuto in un papiro risalente ad almeno 3.000 anni fa. Di questo racconto esistono più di 770 versioni in tutto il mondo. In un’epoca in cui molte famiglie sono “allargate”, la necessità di far fronte alle difficoltà della vita riunisce i fratelli più che mai, nel bene e nel male. Questa tematica è affrontata da due fiabe con esiti contrapposti “La piuma magica” in cui tre fratelli si incontrano al capezzale del padre e partono alla ricerca del rimedio che lo curerà. Oppure nella fiaba “In silenzio” dove una sorella è disposta a sacrificare la propria vita pur di salvare quella dei fratelli. In queste narrazioni, finzione e realtà si incontrano, mostrando questo complesso universo, attraversato da sentimenti contraddittori in cui si mescolano gelosia, rivalità, odio ma anche fiducia, condivisione e amore.

Illustrations by Grimm Twins

Inizialmente il rapporto tra fratelli e sorelle è imposto, essendo un legame di sangue, ma nel corso della vita si evolve, i legami si rafforzano o si allentano a seconda delle prove che i fratelli sono chiamati ad affrontare: nascita, matrimonio, successione. Il rapporto fratello/sorella si intreccia nel tempo, a volte letteralmente come nel racconto popolare dei Grimm ripreso anche da H.C. Andersen “I cigni Selvatici” dove la sorella minore, per salvare i fratelli maggiori, realizza delle camicie tessendo l’ortica, integrandoli così nella vita sociale.

Lo scrittore siciliano Luigi Capuana nelle sue fiabe disegna personaggi femminili inquietanti e brutali. Fratelli e sorelle svolgono in molti racconti ruoli di antagonismo, messi gli uni contro gli altri dagli stessi genitori che per la successione al trono fanno sfidare sottoponendoli a prove di forza e intelligenza i propri discendenti. In molti sono disposti a danneggiare o uccidere il fratello più piccolo che spesso è anche il preferito in funzione della propria sete di potere e gloria (leggete le fiabe “La piuma magica”, “Il giardino delle meraviglie”).

Fortunatamente a bilanciare questa idea di famiglia descritta come covo di serpenti esistono al contrario fiabe in cui i rapporti di affetto e i legami di sangue sono profondi e tali che ciascuno è disposto al sacrifico anche estremo per poter salvare l’altro (leggete le fiabe “Il giardino delle meraviglie”, “In silenzio”).

TIPOLOGIE negativa / positiva

• Genitori che desiderano un figlio

• Morte di uno o entrambi i genitori

• Patti scellerati con demoni o fate che pretendono in seguito il figlio/a

• Matrigna o patrigno avversi e crudeli

• Fratelli o sorelle invidiose

• Fratelli o sorelle che giungono in soccorso

• Fratelli/sorelle figli/figlie disposti al sacrificio per amore della famiglia

• Atti compiuti per salvare un genitore in pericolo di vita

Da scoprire nella nostra biblioteca:

Leggete “Il giardino delle meraviglie”: questo racconto contiene le due opzioni positiva e negativa: due sorelle invidiose e un nucleo molto unito dall’amore costituito da due fratelli e una sorella.

Anche: “In silenzio”, “La piuma magica”, “Balbina e la Malasorte”, “Un vitellino come fratello”, “Candida e i Briganti”, “La principessa rana”.

Illustrations by Grimm Twins