Fiabe
Ovest Europa

Le tre melagrane

level 1
Difficoltà *

Riassunto: Un re cerca dell’amore, riceve in regalo da un vecchio tre melagrane da cui uscirà una bellissima fanciulla. Sostituita da un’altra ragazza meno bella ma più intelligente e dolce. Sarà quest’ultima a divenire la sposa del re.

C’era una volta un Re.

Un Re romantico e sognatore.

Un giorno mentre guardava incantato la neve cadere, si ferì ad un dito e le gocce del suo sangue caddero sulla neve.

-Vorrei una sposa candida e morbida come una ricotta e rossa come il sangue- disse tra sé.

Quel suo strano desiderio lo tormentava e lo faceva struggere di un sentimento che non riusciva a comprendere fino in fondo.

Sentiva che nella sua vita ora più che mai mancava qualcosa.

Vagava nei boschi camminando immerso nei propri pensieri finché un giorno si imbatté in un vecchio dalla lunga barba.

Se ne stava seduto sotto un albero con tre grosse melagrane mature.

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“Che frutti meravigliosi.” Disse il Re.

“Sono tuoi”, rispose il vecchio “in essi c’è la risposta al tuo desiderio Aprili solo quando sarai vicino ad una fonte mi raccomando.”

Il Re prese i frutti e ringraziando il vecchio si allontanò.

Mentre camminava però, ebbe voglia di curiosarne il contenuto, dubitando un po’ delle parole del vecchio.

Si sedette e ne spaccò una.

Appena l’ebbe aperta uscì fuori una meravigliosa fanciulla ma la sua apparizione non durò che pochi istanti e subito scomparve.

Il Re rimasto affascinato, senza pensare, aprì subito un secondo frutto.

Anche da questo emerse la bellissima ragazza, che si guardò intorno con sgomento ed ebbe appena il tempo di sussurrare: “Una fonte…”

Svanendo subito dopo, lasciando un’impronta indelebile nel cuore del Re.

Ricordando il monito del vecchio, il Re si mise in cammino per giungere finalmente ad una fonte. L’acqua scorreva cristallina e aveva formato un piccolo specchio.

Il Re aprì l’ultimo frutto.

La fanciulla bellissima avvolta solo dai propri capelli, si materializzò davanti ai suoi occhi increduli e ammirati.

Quella ragazza sembrava la risposta al suo desiderio.

La fanciulla non si curò di lui e sedutasi vicino alla fonte non si mise a bere come si aspettava il Re, ma ad ammirare il proprio riflesso nell’acqua.

Si sorrideva, si guardava ammirata, si ravviava i capelli reclinando amorevolmente la testa, come se si stesse rivolgendo ad una persona molto amata.

Il Re intanto le dichiarava il proprio amore e l’intento di farne la sua sposa.

“Vado a prendere degli abiti per te, non posso portarti a corte nuda come sei. Non allontanarti mi raccomando.” Disse il Re sentendosi felice e innamorato.

Mentre si allontanava immerso nei suoi progetti d’amore giunse alla fonte Brunilde.

Sulla testa e sotto il braccio portava delle brocche con cui prendere l’acqua.

Brunilde aveva lunghi capelli rossi e la pelle ricoperta di lentiggini.

Non era né alta né bassa, né magra né bassa.

Era gentile e intelligente, affabile e generosa.

Al villaggio tutti le volevano bene.

“Come sei bella!” Disse Brunilde non appena la vide.

“Lo so.” Rispose la fanciulla senza degnarla di uno sguardo:“Sto aspettando un tizio, però io non so cosa voglia da me! Oltretutto, io non ho proprio tempo di aspettarlo, devo andare per il mondo perché le persone possano ammirarmi.”

“Vuoi che gli dica qualcosa, ci resterà male se non ti trova.” Le disse Brunilde.

“Sì, forse hai ragione… gli dirai che tu sei me e che a forse di aspettarlo sei diventata brutta.”

Brunilde non si scompose per quella scortesia.

“Anzi spogliati e dammi i tuoi vestiti”, disse ancora la bellissima fanciulla, “non sono un granché ma pare che non si possa andare in giro nudi.”

Brunilde le donò i vestiti, si avvolse con i propri capelli e si mise ad aspettare il Re.

Dopo qualche ora, il Re fece ritorno e vedendo Brunilde la guardò con sospetto, tanta era la differenza.

Ma la sua voce gentile e le spiegazioni gli parvero infine convincenti.

Infondo poi aveva chiesto “rossa come il sangue”e Brunilde aveva degli splendidi capelli; più la guardava e più gli sembrava che somigliasse al suo desiderio.

Brunilde a corte incantava tutti, era così gentile e così intelligente che il Re se ne innamorava ogni giorno di più.

Fu fissata la data delle nozze.

Brunilde indossati i gioielli e un abito elegante stava seduta alla finestra, quando vide passare la fanciulla della melagrana, con dietro un codazzo di spasimanti e cicisbei.

“Buongiorno Signorina Melagrana.”

La fanciulla sollevò lo sguardo e subito riconobbe la ragazza delle brocche, ma rimase di stucco nel vedere i preziosi gioielli e la magnificenza del vestito così morbido e vaporoso che rendeva Brunilde davvero graziosa.

La fanciulla spostò lo sguardo sul resto del palazzo, ammirandone la sobrietà che pure non riusciva a nascondere l’incredibile ricchezza del proprietario.

“Sono tornata a prendere quanto mi spetta, tu hai preso indegnamente il mio posto. Non meriti quei gioielli e neppure quell’abito, non sei abbastanza bella. Soltanto io posso indossarli.”

Brunilde ascoltava quelle parole senza riuscire a capirle, intanto la fanciulla lasciato il suo corteo, andò a pretendere udienza dal Re.

Il Re la riconobbe immediatamente.

La sua bellezza era rimasta scolpita nel suo cuore, tuttavia c’era qualcosa di fastidioso, di stridente e stonato.

Qualcosa che non riusciva ad afferrare.

La fanciulla blaterava, spiegazioni e parole che il Re non riusciva a capire.

“…Il mio posto. I gioielli, Io sono la più bella…”

Il Re la guardava e finalmente la vide, una orribile e inutile vanitosa.

Una vuota e insulsa statuina.

Con un gesto chiamò le guardie e la fece allontanare e mentre gli strepiti e gli insulti risuonano ancora nei corridoi, il Re andò ad abbracciare il suo vero amore: Brunilde, con la quale visse e prosperò felicemente.

Barbara Lachi from: CLARA CECCHINI, Profacole e Picciavole, fiabe leggende e novelle raccolte in Umbria, Edizioni ARNAUD s.r.l., Firenze, prima edizione 1993. Titolo: La fiaba delle tre arance; pp.74/77 raccontata da ROSANNA REALI, (di anni 61), il 11/03/1989, Corlo (Montone/ Perugia). (Altri riscontri: STANISLAO PRATO 1880,26/27: Le tre melangole d’amore, SPOLETO1880)

In maniera del tutto arbitraria ho deciso di modificare l’andamento di questa antica fiaba. Nelle versioni originali la sposa sostituta è sempre brutta e sgradevole e con l’inganno soppianta la vera sposa. Trovavo tuttavia interessante individuare nella bellezza d’animo la vera bellezza e lasciare che fosse questa ad avere la meglio.