Racconti
Ovest Europa

La Fanciulla mela

level 2
Difficoltà **

Riassunto: Un Re si innamora di una ragazza fatata che vive in una mela. La Matrigna gelosa trafigge la mela ferendo a morte la fanciulla. Il fedele Servitore del Re la salva grazie all’intervento magico di una zia fata. La fanciulla e il Re si sposano.

C’era una volta in un regno lontano un Re ed una Regina che non potevano avere figli.

“Vorrei essere come quell’albero di mele…” Sospirava la Regina guardando in giardino.

Fu così che dopo qualche mese, le nacque una mela. Talmente bella e perfetta che il Re, fiero e compiaciuto, la mise su un vassoio d’oro vicino alla finestra.

Poco lontano da lì, viveva un giovane Re, la cui finestra guardava giustappunto sulla finestra della Regina del regno di fronte.

Un giorno, mentre stava affacciato, vide su quella stessa finestra una fanciulla bianca e rossa come una mela, illuminata dal sole, lavarsi e pettinarsi i capelli.

La fanciulla si accorse di quello sguardo indiscreto e subito corse a nascondersi dentro la mela.

Il Re ne rimase affascinato al punto tale che si recò dai suoi vicini per chiedere in dono la mela.

A sentirsi chiedere la mela i reali sobbalzarono ma l’insistenza del giovane Re fu tale e tanta che alla fine cedettero.

Il giovane Re portò la mela nella sua stanza e le preparò tutto il necessario per lavarsi e pettinarsi.

Ogni mattina la fanciulla usciva dalla mela e sedendosi al sole si lavava e si pettinava sotto lo sguardo incantato del Re.

Appena terminava di pettinarsi i lunghi capelli, la fanciulla tornava nella mela senza proferire parola.

Il Re aveva una matrigna sospettosa di natura che, non sapendo spiegarsi il perché il giovane trascorresse così tanto tempo nella propria stanza, faceva di tutto per scoprirlo. 

Come spesso avveniva in quei tempi lontani (e ahimé, ancora oggi), un regno dichiarò guerra a quello del giovane Re che fu costretto a partire.

Prima della partenza chiamò il suo fedele servitore e gli disse:

“Durante la mia assenza dovrai occuparti della mia camera di cui ti consegno la chiave. Nessuno dovrà entrare. Dovrai inoltre fare in modo che non manchino mai l’acqua e un pettine. Stai molto attento a fare quello che ti comando perché la fanciulla mi racconterà tutto.”

Ovviamente non era vero, la fanciulla fino a quel momento non aveva mai pronunciato una parola.

“Proteggila! Se mai le fosse torto anche solo un capello, ti taglierò la testa!” Disse ancora il Re.

Il servitore dette la sua parola, ma appena il Re partì la matrigna si mise subito all’opera per scoprire il segreto e quella sera stessa mise del sonnifero nel vino del servitore, che si addormentò.

Rubata la chiave dalla tasca del servitore, la matrigna entrò nella stanza del Re e cominciò a curiosare in ogni angolo in cerca di qualcosa finché la sua attenzione venne attratta dalla bella mela sul vassoio.

La Regina, portava sempre con sé un piccolo stiletto, se lo sfilò dal seno e con ostile perseveranza e curiosità cominciò a trafiggere la mela.

Flutti di sangue cominciarono a sgorgare dalla mela, la matrigna spaventata fuggì, richiudendo la porta e riconsegnando all’ignaro servitore addormentato la chiave.

Il quale, al suo risveglio, si recò nella stanza per portare l’acqua e il pettine.

Potete certamente immaginare la disperazione nel vedere tutto quel sangue.

Senza perdersi d’animo però, pensò di recarsi immediatamente da una sua zia fata che possedeva mille rimedi e polveri magiche.

Subito, la zia fata trovò quello che serviva a risolvere quello strano caso: una polvere per le mele incantate e una per le fanciulle stregate.

Il servitore corse subito al castello e cosparse la mela con la polvere magica come fosse una torta da guarnire con lo zucchero a velo.

La mela si spaccò a metà facendo uscire la fanciulla piena di cicatrici ma che già stavano guarendo.

Il giovane Re fece ritorno e la fanciulla andandogli incontro ormai guarita, finalmente parlò: “La tua matrigna mi ha pugnalato, il tuo servitore mi ha guarito, l’incantesimo si è rotto e noi possiamo sposarci!” Il giovane Re ne fu felicissimo e organizzò il più fastoso dei matrimoni, dove c’erano proprio tutti, tranne la matrigna che era fuggita chissà dove.

Barbara Lachi from: ITALO CALVINO, Fiabe Italiane, (prima edizione 1956), Edizioni Oscar Mondadori, Milano 2002. Titolo: La ragazza mela N°85 vol. II; da PITRÉ T.6, La mela, Firenze, raccontata da Raffaella Dreini. 1876

La fiaba è stata scritta da Barbara Lachi che ha utilizzato come fonte principale la raccolta Fiabe Italiane di Italo Calvino. Le versioni di Barbara Lachi sono nella maggioranza dei casi la riscrittura, al fine di evitare problemi dovuti ai diritti d’autore, ma molte delle fiabe hanno subito vere e proprie modifiche nell’andamento e nei finali.