Racconti
Ovest Europa

Il giardino degli animali incantati

level 2
Difficoltà **

Riassunto: Una fanciulla dopo aver abbandonato la propria casa, sposa un misterioso signore trasferendosi nel suo castello incantato pieno di animali. Scoperto che si tratta di un potente e mago riuscirà a mettersi in salvo grazie al suo coraggio.

C’era una volta una bellissima fanciulla di nome Stella, che viveva felice con i suoi genitori.

Un brutto giorno la madre morì e il padre, superato il dolore decise di risposarsi per dare alla figlia una madre.

La donna che aveva scelto però, non amava la ragazza e non passava giorno senza che le facesse un dispetto o un’offesa.

Stella addolorata e stanca di tutte quelle angherie decise di andarsene.

Il padre in principio, cercò di trattenerla ma vedendo con quanta risolutezza aveva preso la sua decisione, abbracciandola le disse: “Mi si spezza il cuore figlia mia, credevo di aver preso la giusta decisione per te ma mi accorgo troppo tardi che purtroppo non è così.”

Per dimostrarle il proprio affetto le fece dono di un bellissimo anello.

“È l’unica cosa che mi resta di tua madre ed è giusto che adesso lo abbia tu. Quest’anello ha il potere di realizzare i tuoi desideri, se ne avrai bisogno o ti dovessi trovare in pericolo, chiedi all’anello e lui ti aiuterà.” Disse l’uomo, mettendole l’anello al dito.

La fanciulla ringraziò e salutò il padre.

Stella cominciò la sua nuova vita, presso una famiglia di pastori, in cambio della loro ospitalità, lei si prendeva cura del loro gregge.

Un giorno mentre se ne stava immersa nei suoi pensieri, accarezzando un piccolo agnellino, le comparve davanti un giovane uomo vestito di nero con un mantello fatto di piume che lo faceva sembrare un grosso rapace.

“Non ho mai visto una fanciulla più bella!” Le disse l’uomo, causandole un lieve imbarazzo che la fece arrossire.

“Mi sembra”, continuò “che tanta bellezza sia assolutamente sprecata.

Vedo che ti piacciono gli animali ma questi non sono degni della tua bellezza. Nel palazzo dove vivo ci sono animali meravigliosi che certo si addicono molto di più ad una fanciulla di cotanta grazia.”

Il giovane continuò a dirle frasi gentili finché riuscì a convincerla a seguirlo:“Sarai mia moglie, nel mio palazzo vivrai come una regina e non ti farò mancare niente.” Presala per mano, la issò sul suo cavallo nero, la avvolse con il mantello di lunghe piume e partì al galoppo.

Sotto quella spessa ala, Stella non riusciva a vedere niente, le sembrava che il cavallo non galoppasse ma volasse, tanto andava veloce ma nonostante questo, il viaggio le pareva non finisse mai.

Quando ormai il sole era tramontato da un pezzo, il cavaliere fermò la corsa del suo cavallo e fece scendere Stella.

“Ben arrivata nel mio regno.” Le disse con affabile gentilezza e subito la condusse per le stanze del castello fino alla sua camera.

“Ordina ciò che desideri e ti sarà portato.” Le disse, prima di prendere congedo.

La fanciulla rimasta sola disse ad alta voce di aver fame e subito comparvero una tovaglia e meravigliose stoviglie.

Mani misteriose ed invisibili portarono pietanze appetitose.

Dopo che ebbe mangiato disse: “Sono stanca, vorrei dormire.”

Le stesse mani gentili l’aiutarono a togliersi gli abiti e indossare una morbida camicia di seta.

Estasiata e un po’ sorpresa infine, Stella si addormentò.

Il giorno successivo vide il giovane uomo solo per un momento.

“Spero che tu abbia dormito bene. Io ho molte cose da fare ma ci rivedremo questa sera. Fuori c’è un meraviglioso giardino tutto per te, fai ciò che desideri però non uscire dai confini.” Disse prima di salire sul suo cavallo nero e partire veloce come il vento.

La fanciulla chiese degli abiti che subito le furono portati.

Le solite mani invisibili l’aiutarono a vestirsi e la servivano in tutto ciò che domandava.

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Stella scese in giardino e ne rimase sorpresa oltre ogni modo tanta era la bellezza e ricchezza.

Vi erano piante che non aveva mai visto ma, a stupirla soprattutto, furono gli animali: tigri, elefanti, giraffe, pavoni che sfoggiavano le piume più sontuose, uccelli di ogni grandezza e colore…

Tutte quelle creature straordinarie si muovevano pacifiche tra le aiuole e le siepi di bosso di quell’incredibile giardino.

Al mattino quando scendeva trovava il suo sposo ad attenderla, ogni giorno le mostrava un nuovo animale, una creatura esotica proveniente da chissà dove.

Stella passava le sue giornate con loro ma, dopo qualche tempo, le venne voglia di parlare con una creatura umana, dato che quel giovane che aveva detto essere suo marito, si faceva vedere tanto poco.

Mentre nella sua testa giravano questi pensieri, Stella girava e rigirava intorno al proprio dito l’anello che le aveva dato il padre.

-Perché non ci ho pensato prima! – Disse tra sé e immediatamente espresse il desiderio che, chiunque la stesse servendo da giorni le comparisse davanti.

La sua richiesta venne esaudita e una graziosa fanciulla le comparve davanti.

Si era appena materializzata che già le si era gettata al collo e l’abbracciava stretta per ringraziarla.

“Grazie, grazie di avermi liberato da questo orribile incantesimo!” Le diceva singhiozzando la ragazza.

Dopo essersi calmate, le due fanciulle decisero di scendere in giardino a camminare un po’.

Le parole uscivano dalla bocca della fanciulla come un fiume in piena e nessuna delle due si accorse di essere arrivate alla fine del giardino.

Il castello era lontano e restava nascosto nella fitta vegetazione.

Le due fanciulle si trovarono di fronte due colonne che sembravano segnare un passaggio, il passaggio che il misterioso sposo le aveva ordinato di non superare.

Sulla base delle colonne erano incise due parole:

sulla prima DOMANDA – e sulla seconda ASCOLTA .

“Dove sono?” Chiese Stella…

La seconda colonna sembrò scuotersi e dalle sue scanalature fin su al capitello risuonò la risposta: “Sei in luogo in cui non ti manca niente, ma…” La colonna si interruppe.

“Ma cosa?” Domandò preoccupata la fanciulla, senza che la colonna fosse intenzionata a darle una nuova risposta.

Per quanto insistesse la colonna rimase in silenzio.

Quel “ma” così sospeso, aleggiava tra le due fanciulle che si interrogavano preoccupate, quando i loro pensieri furono interrotti da un giovane Principe che al di là delle colonne le osservava con aria preoccupata.

“Cosa fate là dentro?” Chiese.

“Ci viviamo.” Rispose Stella.

“Non sapete che questo è il giardino del Re degli animali, rapisce principi e principesse, fanciulli e fanciulle per trasformarli in animali e poi mangiarli.”

Stella a quelle parole si spaventò moltissimo…

“Non preoccupatevi io vi posso aiutare, vi porterò via da qui se lo desiderate.” Disse il Principe.

“Non desideriamo altro.” Risposero in coro e fecero per oltrepassare le colonne ma una forza invisibile impediva il loro passaggio.

La notte stava scendendo e le due fanciulle decisero di rientrare.

“Vi aspetterò qui.” Disse il Principe.

“Non potete restare all’aperto tutta la notte…” Disse Stella e, toccando il suo anello, comandò che comparisse un castello dove far trascorrere la notte al Principe.

Come ogni sera Stella si sedette a tavola, quando ecco comparire il suo sposo.

“Vi vedo triste mia bella Stella, c’è forse qualcosa che vi manca, qualcosa che desiderate?”

“Sono soltanto un po’ stanca,” rispose la fanciulla “domani sono certa che andrà meglio.”

“Ho portato altri animali per farvi compagnia. L’elefante e la giraffa purtroppo si sono ammalati e non ci sono più… ma non devi preoccuparti ne troverò degli altri.”

Stella teneva gli occhi bassi per non far trasparire il suo terrore e l’angoscia per quelle due persone che non conosceva e che il Re si era divorate nottetempo.

Quella notte non riuscì a prendere sonno e l’indomani, appena il Re degli animali si fu allontanato, lei e la sua damigella scesero in giardino.

Le belve e gli animali si aggiravano come al solito nei viali, riempiendo l’aria dei loro richiami.

Stella e la damigella si incamminarono verso le colonne dove ad attenderle c’era il Principe.

Come il giorno precedente, tuttavia, per quanti tentativi facessero, non riuscirono a superare quell’invisibile forza che le tratteneva.

Stella in lacrime più per la rabbia che per la paura chiese alla colonna: “Cosa devo fare per uscire di qui?”

La seconda colonna di nuovo si scosse e stavolta rispose: “Uccidere il Re degli animali.”

Sorpresa Stella chiese ancora: “Come devo fare?”

“Sotto il cuscino del Re c’è una noce che devi schiacciare.” Disse la colonna mentre tremando si sgretolava.

Stella toccò il suo anello e desiderò di trovarsi nella camera del Re, e presa la noce la schiacciò sotto il suo piede proprio mentre il Re rabbioso stava per scagliarsi contro di lei, ma ormai tutto era finito.

Ogni creatura riprese il suo aspetto umano e il giardino si popolò di principesse, conti e marchesi provenienti da regni lontani, felici finalmente di potersi abbracciare.

Stella ordinò al suo anello di riportarla dal Principe e dalla sua damigella che l’attendavano ansiosi, per dire loro che tutto era finito.

Il Principe e la bella Stella si sposarono e vissero per sempre nel castello felici e contenti.

Barbara Lachi from: 1. SEBASTIANO VASSALLI, Fiabe Romagnole e Emiliane scelte da Elide Casali (prima edizione Oscar Narrativa febbraio 1986), Edizioni Oscar Mondadori, Milano 1999. Titolo: Il Re degli animali da CAROLINA CORONEDI BERTI, N°26 La fola del Re di animal, in Al sgugiol di ragazù, fiabe popolari bolognesi (Bologna 1883)
2. ITALO CALVINO, Fiabe Italiane, (prima edizione 1956), Edizioni Oscar Mondadori, Milano 2002. Titolo: Il Re degli animali, N°52 vol. I; da: CAROLINA CORONEDI BERTI, N°26 La fola del Re di animal, in Al sgugiol di ragazù, fiabe popolari bolognesi (Bologna 1883)